lunedì 5 settembre 2016

I nuovi piccoli: pronti per l'inserimento?


E: MAMME, pronte per l'inserimento?

Sì perché, se i vostri bambini respirano in casa un'atmosfera tesa (tipo: “ma che mamma DEGENERE sono per decidere di ABBANDONARE tutto il giorno questa POVERA CREATURA?”), ne saranno contagiati.
Quindi, prima di tutto, convincetevi, se ancora non lo siete, che va tutto bene.
Andare alla scuola dell’infanzia per i bambini è un’esperienza bellissima e portatrice di un’incredibile ricchezza.
I bambini FINALMENTE si separano un po’ da voi, o dai nonni: è ora, bisogna che inizino ad essere un po’ indipendenti. Vedetelo come un regalo che fate loro: andare alla scuola materna è un regalo per renderli un po’ autonomi, oltre che per: assicurare loro amicizie, divertimento, tante cose belle da fare nel lungo inverno che si sta avvicinando, tante cose nuove da imparare, scoprire, creare, ma anche tranquillità, sicurezza, e comunque, una buona dose di dolcezza.

Preparatevi insieme a loro al loro “ingresso in società”: dalle cose pratiche (grembiulino, astuccio, bavaglia, ecc) alle aspettative (di entrambi). Dite loro come sarà, cosa farà, cosa succederà. Naturalmente, non dimenticate di spiegare in anticipo che li accompagnate, andate via e poi tornerete a riprenderli (voi o qualcun altro, e che comunque a sera vi ritroverete a casa con tante cose da raccontarvi!).
Ricordatevi che non devono sentirsi costretti, ma incoraggiateli.

E attenzione: al momento critico, nervi saldi, non si piange davanti ai bambini, se loro dovessero piangere al momento del distacco, rispettate le indicazioni delle insegnanti, e non fatevi intortare commuovere dalle loro lacrimucce. Piangere, aggrapparsi alle vostre gambe, farsi venire le convulsioni per avervi tutte per loro, in fin dei conti è il loro mestiere.
Ma nella maggior parte dei casi appena ve ne andate (mentre voi, a questo punto, scoppierete in lacrime), loro si volteranno per andare a giocare: non devono più fare breccia nel cuore straziato della mamma, e possono dedicarsi a qualcosa di più interessante.
E, passato poco tempo, non vi saluteranno nemmeno più. E quando dovrete andarli a prendere, non vorranno tornare a casa.

Va bene, non sarà così per tutti.
Per una mamma che non ha mai visto nemmeno una lacrimuccia, nemmeno un’avvisaglia di magone, nemmeno un ciao triste, c’è una mamma che dovrà sopportare pianti a dirotto ogni giorno, per qualche giorno, o per tanti giorni.

Per un bambino che si inserisce talmente facilmente da far venire il sospetto che stia meglio a scuola che a casa (non sia mai!!), c’è un bambino che inizierà a piangere sulla strada verso la scuola. E un altro che starà muto, in un angolino, rifuggendo qualunque tipo di contatto con i suoi simili. E un altro ancora che sarà arrabbiato, rifiuterà di mangiare. O si farà di nuovo la pipì addosso. E cuore di mamma sanguina.
Non sono (quasi mai) capricci, e qui non c’è una soluzione unica per tutti. Ogni bambino ha i suoi tempi e il suo carattere, e anche se una mamma conosce il proprio bambino meglio di chiunque altro, è la maestra che sa come fare in questi casi. Quindi, affidiamoci alle insegnanti e facciamo ESATTAMENTE quello che loro ci dicono.

Mamme, se proprio non ce la fate, mandateci i papà ad accompagnare i bambini all’asilo (senza farvi venire i sensi di colpa però!), che i bambini sanno colpire la mamma nei suoi punti deboli, ma il papà, notoriamente di punti deboli non ne ha ;-) (e comunque, è mooooolto meno sensibile e moooolto più resistente ai pianti dei loro figli).


Tre anni fa gli aquiloni Rosino, Giallino, Verdino e Azzurrino,  accompagnando i bambini durante l’inserimento, nel loro volo hanno portato a noi genitori questa poesia di Erma Bombeck:



(titolo originale: Children Are Like Kites)

L’inserimento all’asilo è un po’ questo. I nostri figli inizieranno magari con fatica, ma con il nostro aiuto, e con quello delle loro insegnanti, piano piano spiccheranno il volo, e saranno loro a volersi allontanare un pochino di più da noi. È giusto così :-)


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