Come promesso, ecco la prima
piccola recensione del primo libro che ci è capitato tra le mani. Racconteremo
poco, per non spoilerare troppo la storia, e per lasciare anche a voi grandi il
piacere di scoprire la sorpresa che il racconto riserva, quando lo leggerete ai
vostri figli.
Tanto per incominciare, Albert e Albero è un titolo bellissimo, molto più azzeccato che nell’inglese originale (Albert’s Tree) ed è casualmente rappresentativo del legame che c'è tra Albert e Albero (un vero colpo di fortuna per la traduttrice, Sara Marconi, comunque bravissima).
Albert è un orso, Albero è
un albero, un larice sembra, e ci troviamo in un paesaggio boschivo al disgelo da qualche parte
nel Nord. Viene da pensare al Canada, ma magari si tratta di qualche parte nel
Nord Europa.
Albero è il posto preferito,
specialissimo e tranquillo di Albert, quello da cui si precipita appena uscito
dal letargo. Albero, per Albert, è assolutamente perfetto.
Solo che ad un certo punto,
Albero comincia a piangere, Albert non capisce perché, e nonostante i consigli
degli altri animali del bosco, Coniglio, Scoiattolo e Renna, Albero è inconsolabile e piange sempre più
forte.
Finalmente ad Albert viene
in mente di fare una cosa semplice e bellissima, per aiutarlo.
Il finale è a sorpresa, un
po’ comico e tanto tenero e affettuoso.
I disegni sono meravigliosi, con quell'orso così caldo e cuccioloso, dalle espressioni esilaranti. Come quando Albert, per amore di Albero, lo rassicura contro un grosso
mostro peloso che lui però proprio non riesce a vedere:
Curiosità: “bear hug”, letteralmente
“abbraccio da orso”, è un modo di dire che indica abbracci forti e affettuosi.
Quello che serve, spesso, ai nostri bambini.
Abbracci da orso e bacini guaritori
sono un must, nel curriculum di ogni genitore, o no? :-)
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