giovedì 23 febbraio 2017

#dallanostrabiblioteca: ALBERT E ALBERO

Come promesso, ecco la prima piccola recensione del primo libro che ci è capitato tra le mani. Racconteremo poco, per non spoilerare troppo la storia, e per lasciare anche a voi grandi il piacere di scoprire la sorpresa che il racconto riserva, quando lo leggerete ai vostri figli.


Tanto per incominciare, Albert e Albero è un titolo bellissimo, molto più azzeccato che nell’inglese originale (Albert’s Tree) ed è casualmente rappresentativo del legame che c'è tra Albert e Albero (un vero colpo di fortuna per la traduttrice, Sara Marconi, comunque bravissima).

Albert è un orso, Albero è un albero, un larice sembra, e ci troviamo in un paesaggio boschivo al disgelo da qualche parte nel Nord. Viene da pensare al Canada, ma magari si tratta di qualche parte nel Nord Europa.

Albero è il posto preferito, specialissimo e tranquillo di Albert, quello da cui si precipita appena uscito dal letargo. Albero, per Albert, è assolutamente perfetto.
Solo che ad un certo punto, Albero comincia a piangere, Albert non capisce perché, e nonostante i consigli degli altri animali del bosco, Coniglio, Scoiattolo e Renna, Albero è inconsolabile e piange sempre più forte.

Finalmente ad Albert viene in mente di fare una cosa semplice e bellissima, per aiutarlo.
Il finale è a sorpresa, un po’ comico e tanto tenero e affettuoso.
  
I disegni sono meravigliosi, con quell'orso così caldo e cuccioloso, dalle espressioni esilaranti. Come quando Albert, per amore di Albero, lo rassicura contro un grosso mostro peloso che lui però proprio non riesce a vedere:



Curiosità: “bear hug”, letteralmente “abbraccio da orso”, è un modo di dire che indica abbracci forti e affettuosi. Quello che serve, spesso, ai nostri bambini.

Abbracci da orso e bacini guaritori sono un must, nel curriculum di ogni genitore, o no? :-)


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