martedì 24 maggio 2016

GIOCHI (teatro inspired)



Sabato mattina i bambini grandi hanno mostrato ai genitori alcuni giochi che hanno imparato a fare durante i bellissimi venerdì di teatro.

Sabato all’ora di pranzo, quanti bambini stavano ripetendo a casa gli stessi giochi con fratelli/sorelle/genitori? :-)

I giochi teatrali prendevano spunto – spiega Lidia, la nostra bravissima insegnante di teatro – dal racconto di Leo Lionni “Federico”. 
Una storia che all’inizio ricorda quella della cicala e della formica: il topo Federico non lavora per raccogliere provviste per l’inverno, come invece fanno tutti gli altri. Lui se ne sta lì, e sogna. E invece, è una storia profondamente diversa da quella della cicala fannullona. Il sognare di Federico infatti è molto importante perché permetterà alla comunità dei topi di superare l’inverno, almeno al pari delle provviste.
Sulla storia del topo Federico si è costruito il laboratorio, e, in piccolo, si è strutturata la lezione aperta di sabato.

Federico che, anziché faticare come gli altri e correre da una parte all’altra per raccogliere provviste, ha la testa fra le nuvole: i bambini hanno imparato ad usare il corpo e l’espressione per camminare con aria sognante e spensierata sulle note di Forrest Gump Suite, che ancora di più li fa sembrare piume trasportate sognanti dall'aria. Hanno imparato anche ad essere dei topolini che si muovono frenetici e corrono impazziti per darsi da fare.

Federico che durante il buio inverno sa far vivere i colori caldi dell’estate: ogni colore ha la sua faccia, e i bambini hanno imparato a fare la faccia dei colori. Il gioco è UN DUE TRE STELLA A COLORI, che è come UN DUE TRE STELLA ma, in più, bisogna muoversi immedesimandosi nel colore deciso alla partenza, rivelando l’emozione che ogni colore rappresenta. Il grigio è triste e mogio, il giallo è allegro e pimpante, il nero è spaventoso. E loro, i bambini, sanno fare tutti i colori, con le espressioni del viso, i gesti e i movimenti. Più o meno... :-)

Federico che è capace di catturare il sole: immaginari raggi di sole cominciano a schizzare dalle manine dei bambini, passando da un bambino all’altro. Bisogna stare attenti e concentrati, avere prontezza di riflessi e immaginazione visiva coordinata e pronta per acchiappare le palline di sole invisibili che saettano qua e là, secondo traiettorie imprevedibili, neanche fossero il boccino d’oro del Quidditch.

Federico che saprebbe nascondersi anche in un deserto: i bambini hanno imparato a giocare a NASCONDINO MAGICO, che è come nascondino ma senza nascondigli, e a nascondersi quindi in loro stessi usando il proprio corpo, le mani, gli occhi, raggomitolandosi o stando in piedi, testa bassa, occhi chiusi, mento contro il petto. Chi sta sotto cerca i bambini nascosti, accettando di non vederli, può giocare con loro, può fare qualche piccolo dispetto, sdraiarcisi sopra, finché non li trova! Il potere dell’immaginazione può essere molto divertente, oltre che assolutamente straordinario! 

Federico che gioca con le parole, e poi però dice poesie senza parole: i bambini fanno il verso a Lidia, nelle parole, gesti ed espressioni. Lidia mima una poesia, e i bambini le vanno dietro (e qualcuno esclama, entusiasta: “ecco, è la poesia!!"). La poesia la conoscono solo loro e nonostante gli sforzi interpretativi nostri e la bravura loro, decifrarla è quasi impossibile. Quindi, eccola qua:

“Chi fa la neve, il prato, il ruscello?
Chi fa il tempo brutto oppure bello?
Chi dà colore alle rose e alle viole?
Chi accende la luna e il sole?

Quattro topini, azzurri di pelo,
che stanno lassù a guardarci dal cielo.

Uno fa il sole e l’aria leggera
e si chiama topino di Primavera.
Bouquets profumati...serenate,
ce li regala il topino dell’Estate.
Il topino dell’Autunno fa scialli e ricami
con foglie dorate strappate dai rami.
Il topino d’Inverno, purtroppo si sa,
ci dà questa fame...e il freddo che fa.

Le stagioni sono quattro. Ma a volte vorrei
che fossero sette, o cinque, o sei.”

E quando alla fine Lidia cerca di rimandare i bambini al loro posto, non c’e verso, perché i bambini, anziché ubbidire, ripetono gli ordini di Lidia: 
- Lidia “ora andate a posto” 
- Coro di bambini “ora andate a posto”
- Lidia: “bimbi, adesso basta!”
- Coro di bambini “bimbi, adesso basta!”
...eccetera eccetera 
(d’altronde questa è la regola di un gioco che potrebbe non finire mai) 
Ecco allora che solo il gatto, che dà la caccia a Federico, interviene e riesce a rimetterli in riga.

E il gioco finale di ogni bambino insieme a mamma o papà o nonna o nonno o fratello o sorella, è una bella prova di attenzione e agilità e nel caso delle coppie più dispettose, di contorsionismo di base, un “adesso ti faccio vedere io” divertente che unisce ogni coppia tramite un filo invisibile mano-occhi.

Grazie a Lidia Rusconi, che ha reso i venerdì di teatro dei giorni speciali, ha guidato i nostri figli in un percorso di scoperta della loro creatività e potenzialità artistica, e li ha fatti divertire in un’avventura magica, stimolante ed emozionante.

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