mercoledì 16 dicembre 2015

L’attesa. (Del Natale e della recita)

Anche voi vi ricordate quanto era emozionante l’attesa del Natale, quando eravamo piccoli?
Anche a voi qualche volta prende la sgradevole sensazione che quando eravamo piccoli noi, l’attesa del Natale era più bella di quanto ci sembra che sia adesso per i nostri figli?

Ma no dai!! E’ solo un’impressione! Se ci pensate bene, non è cambiato nulla. Infatti:

1) loro scrivono la letterina, come noi. (E va bè se noi chiedevamo giralamoda e il dolceforno e i transformers e le micromachines e loro invece il tablet di carotina super bip
).


2) Loro ascoltano le canzoni di Natale, come noi. (E va bè se noi avevamo lo Zecchino d’Oro che dava inizio al periodo di Natale e lo zampognaro che intonava “tu scendi dalle stelle” per le vie del centro e loro hanno l’ipod sempre pieno di canzoni – anche quelle di Natale, che volendo se le ascoltano ad agosto). 


3) Loro saltano giù dal letto più volentieri, ogni mattina, per via del calendario dell’avvento, proprio come facevamo noi. (E va bè se noi avevamo un calendario A4 ultrapiatto e ultraleggero con quelle bellissime finestrelle semifustellate difficili da aprire e da cui sbucavano attesissime figure natalizie, e loro invece hanno 24 sacchettini con sorpresa, o calendari spessi 8 cm e ripieni di mezzo kg di cioccolatini).



4) Loro guardano fuori dalla finestra e annusano l’aria e attendono la neve, come facevamo noi. (E va bè se poi noi avevamo mezzo metro di neve immacolata e loro hanno al massimo mezzo centimetro annerito *) 

5) Loro guardano film di Natale sotto la copertina, con le luci dell’albero accese, come facevamo noi. (E va bè se noi avevamo l’appuntamento  alle quattro del pomeriggio su Bim Bum Bam con Alla Scoperta di Babbo Natale per tutto il mese di dicembre e loro invece hanno la scelta tra millemila cartoni - fuori tema - a tutte le ore e su millemila canali).

Insomma, le tradizioni, sono sempre quelle: le nostre che abbiamo tramandato a loro.
O di nuove che abbiamo creato e che sono diventate subito una parte irrinunciabile dell’atmosfera natalizia.
L’attesa è bella per i nostri figli almeno tanto quanto lo era per noi, da bambini.

Noi abbiamo il difetto di fare il confronto. Loro invece conoscono questo attesa, nessun’altra. Non ricordano altri Natali oltre ai loro. Per loro è magico, probabilmente come lo è stato per noi. Dobbiamo imparare a godercela di più, anche se i tempi sono cambiati, che poi in realtà, neanche poi tanto.
I nostri bambini vogliono ancora cucinare i biscotti di Natale con mamma, o fare un gioco tutti insieme seduti sul tappeto.
Andare a vedere le decorazioni natalizie e i presepi, leggere i libri di Natale.

E, cosa oggi particolarmente attuale, i nostri bambini canteranno o reciteranno alla festa di Natale dell’asilo, proprio come abbiamo fatto noi anni fa.
Rivediamo noi in loro, che hanno affrontato con allegria i giorni delle prove, e che attendono con gioia/impazienza/timore/vergogna/entusiasmo/terrore il domani di festa.
E noi attendiamo, emozionati, di vederli sul palco.
Stasera raccomanderemo loro di non mettersi le dita nel naso, domani, si sa mai che vengano fotografati proprio in quel momento.
Prepareremo i vestiti: pantaloni o gonnellina blu e maglia o camicia bianca.
Cercheremo di mandarli a letto presto: domani devono essere belli riposati.
Eh sì, all’occorrenza dovremo prevenire inconvenienti con dosi rinforzate di fermenti lattici, pacchetti di fazzoletti formato doppio, sciroppo magico che fa passare qualunque malanno. Nessuno vuole perdersi la festa.


Domani, salone dell’oratorio, ore 15:00.
Dalla festa di Natale 2014

* no, ma siamo obiettivi. E’ accaduto solo una volta di avere mezzo metro di neve e comunque le vacanze di Natale erano già finite. E dopo un po’ la neve si è annerita anche se era l’85.

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