Ma che non si trattasse propriamente di una lezione aperta
lo si è capito nel momento in cui si sono disposti in un grande cerchio nel bel mezzo del salone.
Giulia, la magic teacher che ha accompagnato i nostri
bambini durante l’anno alla scoperta di due simpatici dinocroc e dei loro amici, ha chiesto a ciascun
bambino di portare nel cerchio un’altra persona, un familiare.
Il cerchio si è ingrandito per ospitare una mamma, un papà,
un nonno, un fratello o una sorella.
Una versione più piccola del cerchio magico (niente di
mistico o esoterico, solo bimbi speciali che fanno cose speciali!) si forma una volta a settimana in quella
parte di una stanza del piano terra dell’Asilo dove si narrano le avventure dei due draghetti (l’altro
lato della stanza ospita la biblioteca con tutti i libri a disposizione dei bambini).
Prima Giulia legge il racconto del giorno (partecipano anche
le maestre!), poi i bambini si mettono alla prova "leggendo" un pezzetto dello stesso racconto (i bambini hanno talmente tanta confidenza con il libro che sembra stiano leggendo davvero!),
infine si ascolta la canzoncina e si vede l’episodio tutti insieme.
Non ci sono dubbi dell’importanza della lingua inglese per
la futura professione e nella vita in generale ma il punto è che all’Asilo Divina Provvidenza la
lingua straniera si impara in un modo innovativo: no a esercizi, lunghi elenchi di vocaboli da
imparare a memoria e le prime regole grammaticali, sì a canzoncine, racconti, giochi da fare
insieme.
In questo modo l’inglese (e soprattutto la sua pronuncia)
entrano a far parte pian piano del bagaglio di conoscenze personali del bambino, un po’ come
quando ha appreso la lingua italiana con l’esempio, l’ascolto e la pratica.
Poche istruzioni per i genitori: l’invito ad utilizzare il
materiale didattico anche a casa e il divieto di tradurre quello che ascolta il bambino, anche se è lui a
chiederlo. Imparerà da solo a contestualizzare vocaboli e frasi e a ricavarne il
significato.
Ma torniamo al cerchio magico più grande, quello del salone
di quel sabato mattina.
Il bello è arrivato quando Giulia ha indossato (e così hanno
fatto tutti i bimbi) la maglietta magica che, una volta su, non permette più di esprimersi se non in
lingua inglese.
Avete capito bene, nemmeno una parola in italiano! In
English, please!
Il terrore sul volto dei genitori, un sorriso stampato su
quello dei più piccoli.
Let’s hold hands, close your eyes, one, two, three…now we
are going to tell a story. Si comincia.
La scelta cade sull’ultimo racconto dell’anno: rat’s
treasure.
Giulia racconta un pezzo alla volta le peripezie di Lotus
che rincorrendo una palla rimbalzante si imbatte nella tana di un topo e scopre la sua camera del
tesoro colma di oggetti di ogni tipo.
Riuscirà a scambiare la palla con il suo stereo portatile e,
una volta a casa, ad improvvisare una festa danzante con Hocus.
Ogni bambino a turno ripete le frasi dell’insegnante e ne
imita i gesti, chi un po’ esitante, chi con disinvoltura, chi con sicurezza, ma nessuno si tira
indietro.
Alla fine arriva il momento della consegna dei diplomi:
Giulia chiama ogni bimbo e ad ognuno consegna l’attestato del corso di inglese, prova tangibile
di tutto l’impegno nel seguire le avventure dei due dinocroc durante l’anno.
Bye bye Hocus, bye bye Lotus!
See you soon!
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