È vero, si è poi
ricomposta, in qualche modo, a distanza e per tre mesi, grazie agli sforzi di
insegnanti e genitori, e infine ha riaperto nella forma di “scuola estiva” a
metà giugno.
Ma la fine
vera della scuola “regolare” non c’è stata e non ci sarà.
Non c’è stata la festa di fine anno e non ci sarà un vero ultimo giorno di scuola, quello in cui le maestre, a tu per tu con tutti i loro Remigini, si scioglieranno in lacrime e abbracci.
Non c’è stata una vera conclusione di un ciclo per i bambini grandi, o per le Apine della Sezione Primavera: soprattutto non c’è stata la festa dei diplomi.
Questo forse è il dispiacere più grande.
Perché se ci siamo persi una festa, ma se c’è ancora tempo per altre feste l’anno prossimo, pazienza.
Ma se quella che ci siamo persi è stata l’ultima festa, allora è tutt’altro discorso.
Coloro che, tra i genitori, non sanno che cosa ci si può aspettare dalla festa dei diplomi, perché non ne hanno mai vista una, forse sono più fortunati: non sapendo che cosa si perdono, non sanno nemmeno per cosa, eventualmente, essere tristi.
Per coloro
che lo sanno probabilmente sarà un po’ peggio.
Ci sarà chi,
suo malgrado, ha messo via il fazzoletto che teneva pronto fin da settembre per
la festa del diploma, o chi invece lo ha tenuto in mano, perché la mancanza
delle parole strappalacrime della festa fa piangere almeno tanto quanto fanno
piangere le parole strappalacrime.
C’è chi
aveva tenuto in serbo per quel momento i discorsi più belli, e ora sente la
frustrazione di non avere l’occasione per pronunciarli.
C’è chi,
negli anni, ha scattato le foto di rito a tutti i bambini della scuola, e
proprio quest’anno che sarebbe toccato alla sua, di bambina, deve rassegnarsi a
lasciare in un angolo la macchina fotografica e vuota una pagina dell’album dei
ricordi.
Alcuni forse
penseranno con un senso di sollievo di essere scampati alla commozione e al
batticuore di vedere i figli marciare la marcia dei Remigini, e questo sarà il
loro modo per bilanciare l’amarezza delle emozioni mancate.
Ci sarà chi
si consola pensando al fatto che i bambini sanno reagire meglio dei grandi a
certi intoppi della vita, perché hanno risorse che i grandi non hanno, perché
hanno meno aspettative e più capacità di adattamento: probabilmente loro ci
sono rimasti meno male degli adulti, e non trovano così ingiusta questa
conclusione di un ciclo.
Per alcuni
la dissolvenza dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia ha lasciato il tempo di
abituarsi all’idea, e forse vivono il cambiamento meglio di quanto avrebbero
vissuto lo stacco improvviso che ha invece una fine.
In qualche
modo sopravvivremo anche alla fine/dissolvenza di questo ciclo, sperando poi
che non saranno incertezze e mancanze a gettare le basi di un nuovo inizio.
Per ora, una certezza c'è: le maestre non lasceranno andare così i loro bimbi grandi.
Un momento di festa, per loro, a settembre, comunque ci sarà 😍