La storia è quella di un
bambino che torna da scuola già parecchio nervoso, a casa le cose peggiorano,
viene mandato in camera sua, e lì si ritrova ad essere talmente sopraffatto che
tutta la collera che ha dentro gli esce dalla bocca e prende le sembianze di un
grosso mostro rossastro: la Cosa.
La Cosa combina disastri su
disastri, finché il bambino riprende il controllo della situazione e la “mette
a tacere”.
Probabilmente l’esito della
lettura (quanto il racconto può aiutare a gestire la collera dei nostri figli)
dipende tanto dall’età, dalla personalità dei bambini e da come il libro viene
letto e se e come viene spiegato.
Senza spiegazioni, il
messaggio recepito potrebbe essere: “non devo arrabbiarmi perché poi arriva un
mostro spaventoso”. Solo che, per quanto un pensiero simile possa essere una
via d’uscita comoda per risolvere alla svelta situazioni critiche, gestire le
emozioni negative con la paura non è una bella cosa.
Bisognerebbe spiegare il
finale, perché il racconto si chiude un po’ in fretta lasciando sottintese cose
che ai bambini è invece probabilmente necessario siano esplicitate; e
bisognerebbe spiegare che le manifestazioni di collera possono essere normali,
e che va bene se la rabbia “esce”, così poi la si può ridimensionare (può
essere d’ispirazione l’idea di “riporre” simbolicamente emozioni negative in un
posto dove le si possa avere in qualche modo sotto controllo).
Insomma, è un libro che come
punto di partenza e di ispirazione può aiutare, ma è un libro per il quale, più
di altri, vale la pena rispettare le “regole belle” della nostra biblioteca, descritte qui.
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