venerdì 2 ottobre 2015

NONNI.

Effettivamente potremmo essere originali e scrivere dei nonni in un altro momento, perché, si sa, i nonni andrebbero festeggiati (come le donne, come gli innamorati) ogni giorno, e non solo il giorno della loro festa, e poi qualcuno dice che queste feste sono trovate commerciali e bla bla bla.
A parte che il 2 ottobre è la festa dell’angelo custode, e se lo stesso giorno si festeggiano i nonni, forse un motivo c’è.
E poi, scrivere dei nonni è una cosa talmente difficile e “insufficiente”, che c’è la speranza che l’atmosfera porti anche le parole.



È una cosa difficile perché è così privata da far venire voglia di smettere momentaneamente i panni di Associazione Amici dell’Asilo e di scrivere un post personale. Ma è una cosa difficile anche perché è così privata che scrivere un post personale sarebbe troppo intimo.

Ed è una cosa insufficiente perché non è abbastanza. È ovvio che, quello che dobbiamo ai nonni, non lo compensiamo con un post, né con un biglietto di auguri, né con un fiore o una scatola di cioccolatini. Forse siamo debitori di un grazie.
O forse non siamo debitori nemmeno di un grazie, semplicemente perché i nonni non fanno credito. Danno e basta. Non pretendono nemmeno pagamento immediato in coccole, perché i nipoti, appena iniziano a crescere un po’, sfuggono alle coccole, e loro se ne fanno una ragione.

Però va bè, qualcosa vogliamo scrivere.
Quindi, permettete una considerazione intanto: partendo dal presupposto che noi (dove per “noi” si intendono i lettori medi di questo blog: adulti con minori a carico) come prima cosa siamo dei nipoti, abbiamo a che fare da un lato con i nostri nonni (che abbiamo o che abbiamo avuto) e dall’altro con i nonni dei nostri figli (i nostri genitori/suoceri).
Quattro generazioni in totale, e due generazioni direttamente raffrontabili nel confronto nonnesco.



Prendiamo allora i nostri nonni. Alcuni di noi sono fortunati e ne hanno ancora almeno uno. In ogni caso, volendo ce li possiamo ricordare tutti, i nonni che abbiamo conosciuto.
Possiamo ricordare nonni in pantofole a leggere il giornale con gli occhiali a metà del naso, oppure nonni piegati nell’orto a strappare le erbacce, nonni con la maglia della salute a tagliare l’anguria per tutti i nipoti, nonni ad aggiustare le seggiole in formica gialla della cucina, a fare il tifo alla gara di atletica, o più spesso a fare da arbitro alle partite o alle liti tra cugini nel cortile di casa.
E poi le nonne: nonne con il profumo di sugo attaccato al grembiule e di borotalco sulla pelle, con il borsellino nero pieno di monete (le lire!) che aprivano davanti alla giostra dei cavalli, alla focaccia appena sfornata, alla biglietteria della stazione quando c’era bisogno e dovevano correre da qualche parte. Sempre con i capelli grigi, da che ce le ricordiamo.
Nonne che pulivano, cucinavano per un reggimento anche se si era solo in tre, passavano lo straccio per terra e però ti lasciavano sbriciolare sul divano, rammendavano e avevano sempre nella tasca del grembiule (che indossavano in casa tutto il giorno, non solo per cucinare) la coroncina del rosario e tante caramelle appiccicose quante erano i nipoti in circolazione.
Per i nostri nonni, quelli che abbiamo ancora, e che adesso sono i BISnonni, adesso è il momento in cui tornano un po’ bambini. E quando succede, forse quello è il momento in cui possiamo un pochino sdebitarci di quel debito che non c’è.


I nonni dei nostri figli invece sono nonni moderni. Figli della generazione numero due, sono troppo giovani per essere nonni come quelli delle righe qui sopra. E soprattutto le nonne non hanno i capelli grigi!
Loro, come o più dei nostri nonni, sono nonni-custodi.
Sono nonni che ospitano regolarmente a pranzo, che guidano, vanno a prendere all’asilo e a scuola, portano in piscina, in palestra, al parco, al corso di musica e a quello di pittura, aiutano a fare i compiti, fanno giocare, leggono i libri, controllano che cartoni danno in TV, preparano la merenda, fanno fare il bagno, insegnano cose: ad allacciarsi le scarpe, a fare le trecce alle bambole, ad attraversare la strada. Quando capita, questi nonni con i nipoti fanno anche cose “speciali” tipo nuotare fino alla boa con maschera e boccaglio, andare alla mostra, preparare i biscotti, il pesto, le torte, andare in centro per comprare un regalo per la mamma. I nonni dei nostri figli sono nonni sprint.

Il binomio asilo-nonni, oppure scuola-nonni, oppure oratorio-nonni è un’accoppiata vincente e necessaria per molti.
Ma lasciando da parte il pensiero “oggi i bambini li crescono i nonni, anziché i genitori”, che è un po’ uno stereotipo e che detto così ferisce e non rende giustizia alle cose così come stanno, non ci resta che essere felici del fatto che i nostri figli, con i nonni, se la passano decisamente bene.
E non ci resta che augurarci che per i nonni sia uguale…

;-)



PS: naturalmente, ci sono nonni e nonne, e le descrizioni qui sopra sono ovviamente arbitrarie e non universali. Per dirne una, ci sono nonne moderne con i capelli grigi che stanno benissimo! :-)

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